lunedì, agosto 21, 2006













PYNCHON. 02: Epifanie pynchoniane sui Simpson - Stimolato dalla notizia dell'uscita del nuovo romanzo a novembre, sono tornato a drizzare le antenne riprendendo a frequentare i vari siti di pynchonalia che ho tra i miei segnalibri. Tempo fa avevo captato la notizia di una "comparsata" del Nostro tra i fotogrammi itterici della madre di tutte le serie dissacranti, The Simpsons, del genio Matt Groening. Quello che non sospettavo era che si trattasse di una vera e propria epifania pynchoniana, anzi, due!
La prima apparizione avviene nell'episodio Diatribe of a Mad Housewife (stagione 15, ep. FABF05, secondo Wikipedia). Cito - e traduco, adattando - da un articolo di Erik Ketzan su The Modern Word (Literary Titan Thomas Pynchon Breaks 40-Years Silence - on the Simpsons!):


[...] Marge finisce il suo romanzo e trova un editore che subito si dà da fare per ceercare un famoso scrittore che lo recensisca positivamente. Fa il suo ingresso Thomas Pynchon, sottoforma di personaggio disegnato [a la Simpson]. Indossando una busta di carta sulla testa (Pynchon può anche aver rotto il suo silenzio, ma dobbiamo continuare a cercare di indovinare il suo aspetto invecchiando mentalmente la sua vecchia foto del liceo di cinquant'anni), è in piedi accanto a un'insegna lampeggiante con su scritto "Casa di Thomas Pynchon", indicante... quella che deve essere la sua casa, presumibilmente. Al telefono con l'editore di Marge dice"Eccoti la tua citazione. Thomas Pynchon ha amato questo libro. Quasi quanto ama gli obbiettivi fotografici," un riferimento sottilemente sarcastico al fatto che il libro di Marge, beh, fa schifo. Riattacca la cornetta, s'infila un cartello da uomo sandwich con su scritto "Thomas Pynchon" (con una grossa freccia rossa puntata versola sua testa), e grida alle macchine che passano, "Ehi, quaggiù! Fatevi una foto con uno scrittore eremita! Solo per oggi ci aggiungiamo anche un autografo gratis. Aspetta un attimo. C'è dell'altro!" [...] Tanto per cominciare, almeno ora sappiamo come Pynchon pronuncia il proprio nome, "Pinch-AWN" invece di "PINCH-un" (come ho fatto io per anni). Inoltre si capisce che si sta godendo le proprie battute, recitandole con dilettantesca ma onesta vena drammaturgica. Unendo tutto ciò alla pronunciata cadenza di Long Island, ne viene fuori il ritratto di un gentile vecchietto "sempre pazzo dopo tutti questi anni", per metterla come Salman Rushdie nella sua recensione di Vineland. Una voce che si accorda con la voce narrante, più morbida e gentile, di Mason & Dixon, il suo ultimo romanzo.


Potete ascoltare QUI l'intera sequenza (io l'ho già scaricata! Un ENORME grazie ad Hyperarts e a Kiri Nichol).

La seconda comparsata pynchoniana avviene nell'episodio All's Fair in Oven War (stag 16, ep. FABF20, sempre secondo Wikipedia). Questa volta (si tratta di un contesto culinario), le battute di Pynchon consistono unicamente in giochi di parole sui titoli dei suoi romanzi: "These wings are 'V'-licious! I'll put this recipe in 'The Gravity's Rainbow Cookbook', right next to 'The Frying of Latke 49'."














Integrazione: Neikos - grazie mille! Sei sempre il benvenuto ;-P - ha commentato: "entrambe le puntate sono già state trasmesse in Italia, la prima "Diatribe of a Mad Housewife" col titolo "Incertezze di una casalinga arrabbiata" la seconda "All's Fair in Oven War" con il titolo "Tutto è lecito in guerra e in cucina". "

Se ancora non vi basta e volete sapere di più sugli avvistamenti mediatici del nostro misterioso leprecauno letterario, provate a fare un salto qui:
- Pynchon References on TV
- The History of Thomas Pynchon on TV

mercoledì, agosto 16, 2006

TRIVIA. 01: PANDA ATTACK! - Prima o poi quella maglietta me la compro! La maglietta in questione è quella con il logo PANDA ATTACK! ed è possibile acquistarla sul sito di Thinkgeek, nella sottosezione del sito dedicata a PVP. Player vs. Player è una striscia umoristica creata da Scott Kurtz, nata come web comic (quest'anno ha ricevuto l'Eisner Award come "miglior fumetto digitale"). Negli Stati Uniti la casa editrice Image ha iniziato da qualche anno ha pubblicare alcune raccolte (in albi spillati da 32 pagine poi raccolti in volumi formato striscia di sei albi ciascuno). Questo autunno uscirà per saldaPress il primo volumetto in traduzione italiana (curata con somma gioia dal sottoscritto). Per farla breve, PVP racconta le vicende, umane e fantastiche, della redazione di una rivista di videogiochi ed è una delle espressioni più perfette (e consapevolmente autoironiche) di quella geek culture che, ormai da qualche anno, sta prepotentemente colonizzando l'immaginario (gli "sfigati" del liceo sono spesso diventati i "creativi" più pagati, come faceva notare uno degli autori di South Park intervistato da Michael Moore per "Bowling a Columbine"). Ma sto divagando. Tornando al titolo, una delle gag ricorrenti che amo di più - per la sua irresistibile assurdità - è quella in cui Brent Sienna (grafico cinico e saccente, caffeinomane e fanatico della Apple) viene aggredito da un panda ogni volta che, anche senza motivo, qualcuno tira in ballo questo animale (uno splendido modo per riempire i buchi di creatività... un po' come quando Frank Cho dà sfoggio di tutta la sua eccellenza grafica e s'inventa quelle strisce a vignetta unica con le pin-up di Brandy). Il primo "attacco panda" pare si sia verificato quando Brent - spedito a cercare Skull il troll, fuggito per colpa sua - ritorna con un panda. Qui sotto potete vedere la striscia in questione nella versione originale (e non quella poi finita nella versione a stampa). Scott, please! Don't sue my ass!!).



Aggiunta dell'ultimo minuto! Proprio ieri Scott ha reso operativa la nuova versione del suo sito (ancora in open beta): una delle cose più fantastiche è che ora è possibile curiosare tra le strisce in archivio non solo tramite data, ma anche per "argomento" grazie a una serie di tag (e si possono anche aggiungere tag personali alle strisce consultate). Caro ragazzo!

martedì, agosto 15, 2006

TRADUZIONE. 03: Falsi amici 02: Mr. Lowell e i marziani - Sulle pagine culturali del Messaggero di oggi (martedì, 15 agosto 2006) c'è un bellissimo articolo di Romeo Bassoli intitolato "Un secolo d'invasioni marziane - Miti cosmici/Cento anni fa il ricco astronomo americano Percival Lowell, suggestionato da Schiapparelli e da una traduzione inesatta, pubblicò un libro sostenendo la presenza di vita sul 'pianeta rosso. Era l'inizio della saga degli 'omini verdi'. Fantastica e inesauribile"
L'articolo, lungo ed esauriente, ripercorre le vicende che hanno portato alla nascita dell'idea che il nostro vicino di orbita fosse abitato. Per comodità di voi bradipi, riporto qui sotto il brano che ha più colpito il mio interesse:
"Percival lavora un po' nell'azienda del padre, poi prende a viaggiare in Asia e finisce in Giappone dove, intanto che c'è, collabora alla stesura della nuova costituzione voluta dall'imperatore Meiji, il grande riformatore che aprirà il suo Paese alla cultura occidentale. Ma il destino di Percival si sta compiendo da un'altra parte del mondo, a Milano. Qui l'astronomo Giovanni Virgilio Schiapparelli aveva iniziato a osservare Marte quasi per caso: doveva controllare che il nuovo telescopio dell'Osservatorio di Brera funzionasse bene. E funzionava senza dubbio, perché Schiapparelli riesce ad osservare delle strutture che a lui paiono canali. Ne scrive, ne parla all'Accademia dei Lincei e diventa famoso.
Qui il caso ci mette lo zampino: Schiapparelli, scienziato coscienzioso, aveva scritto 'canali' senza dire se si trattasse, secondo lui, di qualcosa di naturale o di artificiale. Ma nella traduzione inglese venne scelta la parola 'canals' che indica solo qualcosa di artificiale al posto del termine, più indeterminato, di 'channels'. Tra gli eruditi inizia a correre un brivido: Marte è abitato? L'atronomo francese Flammarion nel 1892 sostiene di sì: i marziani ci sono, dice, e siccome la gravità del pianeta è più bassa, sono in grado di volare e probabilmente hanno una civiltà superiore alla nostra.
Poteva un 25enne bostoniano con un ego inevitabilmente ipertrofico non prendere al volo l'occasione? E difatti Percival Lowell, di ritorno dall'Asia, l'occasione non la perde. Chiede subito ad Harvard di costruire un osservatorio: Marte nel 1894 sarebbe stato in opposizione alla Terra, quindi perfettamente osservabile. Non c'era un minuto da perdere.
Harvard risponde picche. Ma, in fondo, che problema c'è? "E io me lo faccio da solo", risponde Percival. Cioè con i soldi di famiglia. Ed ecco che su una mesa dell'Arizona, a Flagstaff, nasce un osservatorio che porta il suo nome e ancora oggi va alla grande sia dal punto di vista scientifico che mediatico [...].






















Percival osserva e vede quello che vuole vedere. Canali a decine. Ne conta 184, il doppio di quelli che Schiapparelli dice di aver visto. Nel 1896 pubblica il suo primo libro e inizia a nascere il mito. Per dieci anni Percival lo arricchisce di nuovi dettagli e nel 1906 pubblica 'Marte e i suoi canali'
". [link miei]
L'articolo continua raccontando il fascino suscitato presso il grande pubblico e lo scetticismo degli ambienti scientifici, che rifiutano l'idea. Ma il "danno" era fatto. E così da un "errore" di traduzione è nato un tesoro dell'immaginario...

lunedì, agosto 14, 2006

LEGGENDE. 01: "Happy birthday, mr. Larson!" - Answers.com (il sito che utilizzo più spesso per le mie traduzioni, insieme a Wikipedia e a Urban Dictionary) mi fa sapere che oggi è il compleanno di Gary Larson, papà di "Far Side", una striscia leggendaria per tutti noi, amanti del grottesco e frequentatori del nonsense. "BUON COMPLEANNO, GENIO!" ("HAPPY BIRTHDAY, GENIUS!", in caso qualche anglofono capitasse qui per caso). La raccolta "The Complete Fars Side 1980-1994" (riprodotta nell'immagine postata) è uno delle mie costanti tentazioni ogni volta che mi reco su Amazon o Barnes & Noble.

sabato, agosto 12, 2006

PYNCHON. 01: "Against the day" - Quest'anno Babbo Natale arriva prima. Grazie al mio amico Diflot che l'ha segnalata su Faherenheit 451 (la stanza libri del forum Vicious Cabaret), ho scoperto che è stata annunciata l'uscita del nuovo romanzo di Thomas Pynchon (scrittore che amo alla follia e che vi propinerò costantemente sulle pagine di questo blog... rassegnatevi). Su Amazon - che lo dà disponibile dal 5 dicembre, mentre Barnes and Noble anticipa misteriosamente al 21 novembre - c'è una sinossi del romanzo a firma dello stesso P. La riporto qui sotto, fornendo anche una veloce traduzione italiana di mio umile pugno.

"Spanning the period between the Chicago World's Fair of 1893 and the years just after World War I, this novel moves from the labor troubles in Colorado to turn-of-the-century New York, to London and Gottingen, Venice and Vienna, the Balkans, Central Asia, Siberia at the time of the mysterious Tunguska Event, Mexico during the Revolution, postwar Paris, silent-era Hollywood, and one or two places not strictly speaking on the map at all.

With a worldwide disaster looming just a few years ahead, it is a time of unrestrained corporate greed, false religiosity, moronic fecklessness, and evil intent in high places. No reference to the present day is intended or should be inferred.

The sizable cast of characters includes anarchists, balloonists, gamblers, corporate tycoons, drug enthusiasts, innocents and decadents, mathematicians, mad scientists, shamans, psychics, and stage magicians, spies, detectives, adventuresses, and hired guns. There are cameo appearances by Nikola Tesla, Bela Lugosi, and Groucho Marx.

As an era of certainty comes crashing down around their ears and an unpredictable future commences, these folks are mostly just trying to pursue their lives. Sometimes they manage to catch up; sometimes it's their lives that pursue them.

Meanwhile, the author is up to his usual business. Characters stop what they're doing to sing what are for the most part stupid songs. Strange sexual practices take place. Obscure languages are spoken, not always idiomatically. Contrary-to-the-fact occurrences occur. If it is not the world, it is what the world might be with a minor adjustment or two. According to some, this is one of the main purposes of fiction.

Let the reader decide, let the reader beware. Good luck.

--Thomas Pynchon "

La mia traduzione non autorizzata (e che Dio mi perdoni):

"Spaziando nel periodo compreso tra l’Esposizione Mondiale di Chicago del 1893 e gli anni immediatamente successivi alla I Guerra Mondiale, questo romanzo va dagli scontri sindacali in Colorado alla New York a cavallo dei due secoli, e poi a Londra e Gottinga, Venezia e Vienna, i Balcani, l’Asia Centrale, la Siberia all’epoca del misterioso Episodio di Tunguska, al Messico della Rivoluzione, alla Parigi del dopoguerra, alla Hollywood dell’epoca del muto, passando per un paio di luoghi che - in senso stretto - non compaiono su alcuna mappa.

Con un disastro di proporzioni mondiali che balugina tremolante a qualche anno di distanza, questa è un’epoca di avidità senza freni, falsa religiosità, inebetita incompetenza e propositi malvagi nelle alte sfere. Nessun riferimento alla realtà odierna è voluto né deve essere inferito.

Il notevole cast di personaggi comprende anarchici, piloti di mongolfiere, magnati dell’industria, entusiasti della droga, innocenti e decadenti, matematici, scienziati pazzi, sciamani, telepati e maghi da palcoscenico, spie, detective, avventurriere e pistoleri prezzolati. Con la partecipazione straordinaria di Nikola Tesla, Bela Lugosi e Groucho Marx.

Mentre un’era di certezze comincia a crollargli intorno e un imprevedibile futuro ha inizio, la maggior parte di queste persone stanno solo cercando di inseguire le loro vite. A volte ci riescono; altre volte sono le loro vite che inseguono loro.

Nel frattempo l’autore si dedica alle solite cose. I personaggi smettono di fare ciò che stanno facendo per mettersi a cantare quasi sempre delle stupide canzoni. Hanno luogo bizzarre pratiche sessuali. Si parlano lingue oscure, non sempre in senso proprio. Eventi contrari alle aspettative avvengono. Se non è il mondo, è ciò che il mondo potrebbe essere con un paio di piccoli aggiustamenti. Secondo alcuni, questo è uno dei principali scopi della narrativa.

Che il lettore decida, che il lettore stia in guardia. Buona fortuna.

--Thomas Pynchon"

P.S.: La copertina è un falso (a scanso di equivoci).

giovedì, agosto 10, 2006

TRADUZIONE. 02: La vecchia pazza canadese che parla in abruzzese - Dopo aver letto le prime 20 righe di un articolo di Loredana Lipperini su un numero de l'Espresso di qualche mese fa decido che "La città che dimenticò di respirare" di Kenneth J. Harvey era il libro che stavo aspettando da un po'. Atmosfere alla Twin Peaks, paragoni col miglior King, fantasmi e metafisica, il panorama dei Grandi Laghi... "ecco dove voglio ritrovare il gusto di girar pagina" mi dico, che dopo "Mele bianche" se n'era ritornato a sonnecchiare annoiato. Ma dopo due pagine e mezzo dell'edizione italiana m'erano già saltati i nervi: perché scegliere di far parlare Miss Eileen Laracy, una vecchia pazza dell'estremo nord americano in dialetto abruzzese (mi pare)? Il fatto che l'eloquio le si addicesse non placava il mio fastidio, anzi... Grazie al servizio "look inside!" di Amazon (che consente di sbirciare le prime pagine di certi libri) sono stato in grado di controllare l'originale... Miss Laracy non aveva alcuna ascendenza italiana, semplicemente bofonchia e cantilena come migliaia di vecchie streghe che abitano nelle città di tutto il mondo. Ma la colpa (se tale è) non è solo di chi firma la traduzione, ricordiamoci che c'è un editor che supervisiona e che - si suppone - abbia senno ed esperienza. Risultato: sono fermo da tre mesi a pagina 82... Sì, lo so sono un rompicoglioni, di sta cosa non frega niente a nessuno, ma forse ora che ho esorcizzato così la mia stizza potrò riprendere a leggere il romanzo.
E poi trovo la copertina dell'edizione Picador molto più bella.

mercoledì, agosto 09, 2006


TRADUZIONE. 01: Falsi amici - Ieri sera su Paramount Comedy hanno dato na puntata della serie South Park (IV stagione, episodio 56, "Something you can do with your finger"). Dovendo fondare una boy-band, Cartman chiede consiglio a Chef che gli dice (nella versione italiana) di infilarsi "un'anguria" nei pantaloni (al fine di scatenare l'effetto Gomlich tra le fan...). Ma quando alla fine i nostri amici si esibiscono è inequivocabile che Cartman - in tutta la sua bidimensionalità - nelle mutande si è infilato un cetriolo (in inglese "cucumber"). Da "cocomero" ad "anguria" il passo è breve... che sia stata l'assonanza a trarre in inganno i responsabili dell'edizione italiana?