mercoledì, agosto 04, 2010

Dallo scaffale di aNobii: Pascale, "Questo è il paese che non amo"

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Lo "stile" del titolo può essere fuorviante...

...ma l'ho trovato molto interessante. Uno stimolo all'assunzione di responsabilità di chi scrive e legge (testi mediali di tutti i tipi). Non propone una soluzione ma sollecita un'atteggiamento.
Prezioso, umile e necessario (anche se magari non "bello" o "accattivante", ma credo che questo sia conseguenza della volontà epistemologica di approcciare la complessità con l'onestà di chi sa che si tratterà sempre di una conquista temporanea).
Dalle (quasi) conclusioni (pag.174):
[...] Ma se ci intendiamo sul problema, se, come Goffredo Parise, crediamo profondamente e dolorosamente nella demo­crazia in Italia e nella pedagogia che va insieme alla demo­crazia, nel discorso pubblico e condiviso e nella maturazio­ne dei cittadini; se crediamo insomma che non ci possa esse­re democrazia senza pedagogia, se pensiamo che il pressap­pochismo, oltre a inquinare la democrazia, fondi un mondo peggiore, perché più banale è l'immaginario più triste è la realtà, e più triste è la realtà più cerchiamo (con meno fatica possibile) di fuggire via producendo carrellate a effetto; allo­ra, per cambiare il nostro paese, per seguire virtù e cono­scenza e fare quello che la nostra semenza ci impone, ossia spostare più in là le colonne d'Ercole, quale metodologia culturale oggi potrebbe essere efficace per analizzare e ap­profondire il nostro sguardo su noi stessi e il mondo che ci piacerebbe abitare?

1 commento:

michele petrucci ha detto...

bello. pascale è bravissimo. ma la domanda rimane... come fare?